curiosità stroriche padovane  1°

UN DIVORZIO NEL 1277

In piena Repubblica padovana, negli ultimi mesi del 1276, il nobile Jacopo Delesmanini presentava al Vicario del Vescovo Giovanni Forzatè, un'istanza perché venisse annullato il suo matrimonio, avvenuto tre anni prima con Zilia figlia di Fruzerino dei Paltenìcri di Monselice.

I Delesmanini erano ricchi e potenti, possedevano a Padova tutte le case dalla porta Altinate al ponte di Ognissanti, cioè gran parte di un quartiere della città, e furono eletti spesso alle più onorifiche cariche della patria.
 I Paltenieri di Monselice erano pure assai ricchi, signori di Galzignano e conti di Tribano.

Il Vicario respinse la domanda di Jacopo, ma questi non si diede per vinto e ricorse al Patriarca di Aquileia. Il 7 dicembre 1276 partiva da Aquileia un messaggio, diretto a Oderico abate di S. Giustina, e concepito in questi termini: Jacopo ha provato che aveva sposato Zilia mentre non poteva, perché il Frazerino, padre della sposa, lo aveva tenuto a battesimo e perciò era divenuto suo padre spirituale, e quindi Jacopo era fratello spirituale della sposa, e perciò aveva il diritto di chiedere il divorzio, e il Capitolo di S. Giustina veniva incaricato di fare il processo, emettere la sentenza e farla osservare scrupolosamente sotto pena di censura ecclesiastica'». Il 18 gennaio 1277 nel monastero di S. Giustina cominciò, il processo; Jacopo era rappresentato da Negro e da Gregorio Delesmanini suoi parenti, e Zilia aveva per suo difensore Bartolomeo Bruto.

Il processo fu lungo per i molti testimoni citati, e l’ 11 marzo l'abate Oderico emise sentenza riconoscendo che Jacopo e Zilia erano due fratelli spirituali (Jacopo aveva aspettato tre anni ad accorgersi) e quindi secondo le leggi ecclesiastiche allora vigenti, dichiarava nullo il loro matrimonio e dava loro facoltà di sposarsi legittimamente con altri.

 

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Ignazio Sommer (Merzio)